“Qual è la paura di chi chiude la porta? Vorrei che le persone si chiedessero dove vanno i bambini a cui viene rifiutata una casa”.
S.
S. è marocchina, ha vissuto in Italia per tanti anni senza doversi preoccupare troppo di imparare la
lingua, di cercare una casa o di stringere delle amicizie: suo marito pensava a tutto. Quando ha
divorziato si è ritrovata all’improvviso da sola, con la responsabilità di tre figli piccoli.
La cosa più difficile è stata trovare un posto in cui vivere: S. poteva pagare, ma nessuno le affittava
una casa: «Ogni volta, dopo i primi contatti, mi dicevano che era già occupata». Persino le
impiegate delle agenzie erano dispiaciute: «Per noi non ci sono problemi, ma i proprietari non
voglio stranieri», le dicevano.
Ancora oggi S. si chiede il perché di quelle porte chiuse in faccia: «Mi metto nei panni dei
proprietari: magari hanno avuto brutte esperienze e hanno paura che la casa venga rovinata, però,
davanti a una famiglia che ha tutte le carte in regola, dovrebbero chiedersi: dove vanno questi
bambini? In mezzo alla strada?».
Per un po’ S. trova ospitalità a Casa Frisco, ma non può essere una soluzione definitiva: i suoi
bambini non possono vivere insieme a lei in una stanza, hanno bisogno dei loro spazi e di sentirsi
come i loro compagni di scuola, che hanno una camera e possono invitare gli amichetti per fare i
compiti: «Io non ho mai voluto una casa bella, mi bastava un posto che potessi chiudere a chiave,
dove potevo stare con i miei figli» spiega.
Adesso S. ha finalmente trovato una casa e tutta la famiglia ha trovato un po’ di serenità: «Sento di
aver fatto qualcosa di buono come madre e anche nella vita, perché sono partita da meno di zero».
Ripensando al suo passato, S. riconosce che all’inizio era come se avesse portato il Marocco con sé
qui in Italia: frequentava solo altri marocchini, non sapeva la lingua, non guardava nemmeno la tv.
Ora invece si rende conto di quanto sia importante imparare subito l’italiano e conoscere persone,
non solo per avere qualcuno a cui chiedere aiuto quando si è in difficoltà, ma perché fa bene passare
del tempo insieme agli altri.
Conoscendo gli italiani, ha capito che non bisognerebbe mai generalizzare: «Ci sono buoni e cattivi
ovunque, non bisogna parlare in generale ma conoscere le persone».
Per il futuro, spera che i suoi figli studino e trovino presto un lavoro, il sogno sarebbe fare un mutuo
e acquistare una piccola casa: «Adesso sono piccoli e io sono responsabile per loro, ma in futuro
non voglio più dire che sono “sola” con i miei figli, voglio dire che siamo “insieme”».