Elena e il tennis

Intrecci di storie: “In Italia non c’è sempre il sole”.

Mi chiamo Elena, ho undici anni e devo iniziare quinta elementare. Alle medie non ci penso, ma so già cosa voglio fare alle superiori. Farò il liceo artistico, perché mi piace disegnare.

Sono arrivata in Italia due anni fa. Prima sono stata in Germania e in Francia. Quando ero in Germania frequentavo una scuola dove facevo cose diverse dagli altri miei compagni. In Francia, invece, non conoscevo la lingua – sapevo dire solo “io non so il francese” – quindi a scuola c’era una persona che mi seguiva. È stato così anche in Italia: all’inizio non sapevo nessuna parola e tutti i mercoledì c’erano degli insegnanti che mi aiutavano.

elena e la scuola

Un giorno, quando eravamo in Francia, mio padre ha detto “andiamo in Italia”. Io non me lo aspettavo. Non pensavo molto a come sarebbe stata l’Italia, però credevo che qui ci fosse sempre il sole. Quando siamo arrivati, io e la mia famiglia eravamo al centro di transito di Settimo Torinese. Stavamo malissimo. Io piangevo sempre, ma mi nascondevo in bagno perché non volevo che i miei genitori mi vedessero. Per questo ero felice quando ho saputo che saremmo venuti a Carmagnola. Quando sono arrivata qui ho pensato che fosse un posto bellissimo, anche se quel giorno stavo male, avevo mal di testa.

Mi piace di più andare a scuola qui perché quando ero in Francia doveva prendere l’autobus per arrivare, mentre qui è tutto vicino. Il primo giorno di scuola a Carmagnola ho pianto. Tutti i miei compagni sono venuti a chiedermi il perché, ma io non sapeva come spiegarlo. C’era una bambina che stava sempre con me ed è diventata la mia migliore amica. Stavamo insieme tutti i giorni. Lei era marocchina, quindi sapeva il francese e riuscivamo a parlare in quella lingua. C’era anche un bambino che invece trattava male tutti. All’inizio ce l’aveva anche con me, ma adesso non più perché gli faccio paura.

Il lunedì e il giovedì vado a tennis. Mi piace, gioco da quando aveva cinque anni e voglio diventare una tennista. Ho fatto quattro tornei qui in Italia e li ho vinti tutti. Il più bello è stato a Carmagnola, quando sono venuti a vedermi mamma, papà e mio zio all’Armenia con sua moglie. Era la finale e giocavo contro un’altra bambina. Ho vinto e quando hanno detto il mio nome erano tutti lì ad applaudirmi.

Elena e il tennis

Il tempo libero lo passo a disegnare o a fare qualcosa di bello da regalare a mia mamma. Alcuni bambini, quando sono in casa, stanno sempre a giocare con il cellulare. Io no. Sto con mia madre, mio padre e il mio fratellino. Mi è cara la mia famiglia. Quando sono a scuola, invece, mi sento sola. Non so il perché.

Mi piacciono i film fantastici e anche le storie di vampiri. Io e mia sorella abbiamo guardato Twilight e mi è piaciuto un sacco. Le serie le guardo in russo e se non capisco qualcosa chiedo la traduzione a mia sorella.

Io e mia madre vogliamo tornare in Armenia, anche solo per qualche mese, ma mia sorella e mio padre no. Mi mancano le mie amiche armene, mi manca tutto. In Armenia avevo tante amiche, ma la migliore si chiamava come mia sorella. Un giorno litigavamo e il giorno dopo giocavamo. Sempre così. Qui ho un’amica che si chiama A. e con lei, invece, non litigo mai.

Sono un po’ preoccupata per quando dovrò cambiare scuola e andare alle medie, ma non voglio che nella nuova classe ci siano bambini che già conosco perché altrimenti parlerei sempre con loro. Se invece sarò da sola dovrò parlare con tutti e mi farò dei nuovi amici.

storia vera di Elena*, raccolta da Sabrina Quaranta.

*il nome è di fantasia